Scriviamo insieme il futuro del ciclismo Italiano.
Benvenuti nel mio sito web. Scriviamo insieme il futuro del ciclismo italiano alle prossime elezioni della Federazione Ciclistica Italiana.
Rivedi la diretta streaming della conferenza stampa di Venerdì 10 gennai0 2025

Silvio Martinello
Candidato Presidente per la Federazione Ciclistica Italiana
Credo fortemente nel gioco di squadra. Ho imparato in bicicletta il valore della forza del gruppo. Ho scelto di affrontare questa avventura perché sapevo di poter contare su di una squadra ricca di idee e di passione.
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Silvio Martinello annuncia la sua candidatura alla Presidenza FCI
Il CV personale segna 34 ed iniziano ad essere parecchi! Mi riferisco alle mie partecipazioni al Giro d’Italia: 10 da corridore, 17 da commentatore televisivo tra Mediaset e Raisport, inizio il settimo in veste di commentatore con Radiorai. Quando ero un ragazzino innamorato del ciclismo, correre il Giro rappresentava un sogno e riuscire a realizzarlo mi riempì di gioia. Essere stato protagonista in qualche occasione continua ad essere motivo d’orgoglio, come avere il privilegio di raccontarlo agli italiani, prima in televisione e ora alla radio! Quante emozioni e soddisfazioni mi hai regalato caro Giro, sia in sella sia al microfono, nutrirò sempre un sentimento di sconfinata gratitudine. Naturale tracciare un personale rendiconto tra le due “vite”. Il momento più emozionante in sella? Naturalmente i successi di tappa e le giornate in Maglia Rosa. Il momento più drammatico? La giornata del Gavia nel 1988; ancora oggi, nel raccontarla, c’è chi fatica a crederci. Al microfono sono tantissimi i momenti che ricordo con soddisfazione, compresi quelli che mi attendono e che continuo a preparare come fossi all’esordio. Ho sempre avvertito una grande responsabilità, sapere che entri nelle case della gente pesa. A distanza di tempo l’esperienza accumulata mi consente di avere un approccio sereno, ma la tensione rimane quella della prima volta. Collaborando con tanti giornalisti e colleghi commentatori, ho vissuto come il modello di racconto sia cambiato radicalmente, personalmente ho sempre cercato di adattarmi a ciò che mi veniva chiesto senza tradire il mio modo di essere, la coerenza non è virtù negoziabile. Ho imparato con gli anni a dare il giusto peso ai riscontri del pubblico e degli addetti ai lavori, senza farmi rapire dalla presunzione che in alcuni casi accompagna chi ha questo privilegio. I complimenti sono piacevoli ma a volte conditi di maleodorante ipocrisia, miro invece a dare il giusto peso valoriale alle critiche costruttive. Sono sollecitato ed ispirato da coloro che parlano alla testa della gente, soggetti da cui cerco di attingere a piene mani, al contrario non tollero chi parla alla pancia delle persone, parolai che spesso attecchiscono; il microcosmo ciclistico ne ha imbarcati un discreto numero, evidentemente trovano terreno particolarmente fertile.
Buon divertimento e buon Giro a tutti.
Comportarsi come si è e non come si è deciso di essere! Si chiama coerenza, qualità per troppi negoziabile, non per Vincenzo Nibali evidentemente. Dismessi i panni vincenti del corridore, gli ex hanno davanti a loro dei bivi, simili a quelli incontrati in gioventù. Vincenzo ha arricchito il mio personale viaggio come commentatore, ho avuto il privilegio di raccontare i sui successi al Tour 2014, al Giro 2016, al Lombardia 2015 e 2017, alla Milano Sanremo del 2018 solo per rimanere alle perle della sua carriera, pertanto mi legherà sempre un affetto particolare. Da questo profilo tracciato magistralmente da Marco Bonarrigo, emerge chiaramente il motivo per cui non è stato solo un campione ma un vero fuoriclasse.
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Come da pronostico, un attacco e voilà, les jeux sont terminés, game over!
Complimenti a Giulio Ciccone essere il primo dei terrestri deve essere motivo di orgoglio e una grande iniezione di fiducia in vista del #giroditalia
Con la Liegi Bastogne Liegi, la “Decana”, si chiude questa prima fase della stagione 2025. Da domani si volgerà lo sguardo ai grandi Giri archiviando una stagione delle classiche che non ha deluso le aspettative, con campioni di questo calibro in circolazione non potrebbe essere diversamente. La prima edizione de “Le Doyenne” risale al 1892 e domani si correrà per la 111 volta! Con il Lombardia è ritenuta la più dura tra le corse monumento per il dislivello totale da superare, scorrendo l’albo d’oro appare chiaro che per vincere sul traguardo di Liegi bisogna appartenere alla schiera dei campioni: su tutti si erge il Cannibale Eddy Merckx che l’ha conquistata 5 volte. Anche noi italiani abbiamo scritto pagine memorabili con 12 i successi totali: Preziosi nel 1965, Contini nel 1982, lo spettacolare poker di Argentin nel 1985/86/87/91, le doppiette di Bartoli nel 1997/98 e Bettini nel 2000/02, il successo del povero Rebellin nel 2004 e l’ultimo Di Luca nel 2007. Improbabile interrompere il digiuno domani per noi italiani, la sfida appare ristretta e riservata a Pogacar ed Evenepoel; hanno conquistato le ultime 4 edizioni e diventa un esercizio di estrema fantasia cercare qualcuno che possa inserirsi. Il danese Skjelmose ci è riuscito all’Amstel domenica scorsa, ritengo sia più complicato farlo a Liegi, anche se nel ciclismo nulla è scontato. All’Amstel Tadej è sembrato più umano, le tossine della Roubaix erano ancora nelle sue gambe e nella sua testa ma sul Muro di Huy, traguardo della Freccia Vallone mercoledì scorso, è ritornato l’inappagabile e insaziabile cecchino che conosciamo. La stagione di Remco è solo all’inizio, ha 3 corse nelle gambe, punti di forza la freschezza e la fame, tanta fame che, a volte, non gli consente di essere tatticamente accorto e capace di inserire nel menù anche quella dose di malizia che nel ciclismo serve oggi come serviva ieri, essere concentrati solo sulla propria performance non garantisce il risultato. I punti chiave saranno le ultime 3 delle 11 Cote in programma: Redoute a 34 km, Forges a 24 km e Roche aux Faucons a 13 km dal traguardo di Liegi. Non ci si annoierà, pertanto buona Liegi!
#liegibastogneliegi
#classiche